Eruzione di plastica nel Golfo di Napoli
In vista della µMED - la Conferenza Internazionale sull'Inquinamento da Microplastiche nel Mediterraneo - denunciamo la crescente montagna di plastica monouso nel Golfo di Napoli. Nessuno sembra perdere il sonno per questo problema, tanto meno i giovani. Ma è il Golfo di Napoli l'unico luogo in cui è imminente un'eruzione di plastica? Certamente no. Ma è uno dei pochi luoghi in cui le criticità ambientali contrastano così nettamente con i paesaggi mozzafiato e la ricchezza culturale della regione, che sembra essere stata benedetta dagli dei.
Scrittrice e foto: Kathelijne Bonne. Edizione in italiano: Lorenzo Cascone. You can also read this article in English, Dutch or Spanish!
Dopo quasi 20 anni di visite a Napoli e nella magnifica area dei Campi Flegrei, non ho ancora capito quanto la popolazione sappia della Crisi Planetaria e dei suoi tre pilastri: cambiamento climatico, perdita di biodiversità e inquinamento. Non molto, a quanto pare. Ma non giudichiamo troppo in fretta. La mancanza di consapevolezza o di preoccupazione per il clima deve avere una causa più profonda. Potrebbe risiedere in una mentalità plasmata da gravi problemi sociali e politici che si trascinano da secoli e da governi disinteressati?
Cultura usa e getta
Durante la mia ultima visita quest'estate, ho dato un'occhiata in giro: Un'ondata di rifiuti di plastica ha invaso la provincia di Napoli, soprattutto spiagge, strade, campi e terreni incolti. Non c'è nulla di nuovo in questo, è solo l'ultima ondata di plastica post-Corona. Già nel 1994 era stato dichiarato lo stato di emergenza per il rilascio di rifiuti tossici da una discarica a Pianura. Il sentiero di plastica si snoda fino al parcheggio del cratere del Vesuvio. In tutti i bar e i negozi vi vengono offerti gratuitamente e senza che ve lo chiedano tazze e sacchetti monouso.
Ma anche il resto del Bel Paese è noto per la quantità di rifiuti sulle sue spiagge: una media di 8 oggetti per metro di costa, di cui l'84% è plastica, secondo il rapporto Beach Litter 2022 di Legambiente. Gli oggetti raccolti sono in gran parte stoviglie monouso e sacchetti di plastica. Possiamo giustamente parlare di cultura dell'usa e getta.
Ho detto di no a tutti gli articoli che la cortesia mi consentiva. Apriamo il vaso di Pandora un po' più in là.
Apollo e Giove
I buchi e le cavità nei muri millenari sono inverosimilmente riempiti di tovaglioli di carta, bottiglie e bicchieri di plastica accartocciati. I siti archeologici greco-romani e le rovine sono utilizzati come discariche, come le mura di Cisterna Romana a Bacoli, le pendici boscose ai piedi dei templi di Apollo e Giove nel sito archeologico di Cuma, il Sepolcro della Sibilla di Cuma, la spiaggia del porto romano di Misenum e la stretta spiaggia di Baiae, famosa per i Termi e un sito archeologico submarino. Anche le pendici vegetate di Monte di Procida, da cui si gode forse il miglior panorama del mondo - "Stupor Mundi" è inciso su una bacheca - sono piene di rifiuti abbandonati.
Allora come sono i luoghi meno visitati?
Poliziotta
Quando si parla di inquinamento da plastica, questo articolo potrebbe benissimo riguardare Mumbai, Giacarta o Il Cairo. Ma solo nel Golfo di Napoli i contrasti sono al di là di ogni immaginazione. Come può questa regione brillare così tanto per la bellezza della sua costa vulcanica, per i suoi epici tesori culturali, per il clima subtropicale ideale, per la sua deliziosa cucina e allo stesso tempo sprofondare così profondamente nel menefreghismo, nell'apparente ignoranza e persino nella negazione?
Una poliziotta napoletana con cui sto chiacchierando (prendendo un caffè in una tazzina monouso) fa un accenno al velo sporco. Non vediamo la sporcizia, dice. Finché non partiamo e torniamo. Poi lo vediamo improvvisamente, ma dopo un po' si dissolve di nuovo. La vita va avanti.
È un meccanismo di sopravvivenza, devo concludere. C'è una storia ancora più complessa alle spalle, che approfondirò nella seconda parte di questo articolo.
Comunque sia, i napoletani capiscono bene l'arte di vivere. Sono maestri di sopravvivenza, di manovra e di felicità in una società complessa. E per questo bisogna chiudere gli occhi su alcune cose, e non guardare dritto al purgatorio, come ho fatto io, ingenua straniera, durante la mia ultima visita. Perché la "beata ignoranza" non aiuterà a capire il nocciolo della questione. Quindi continuo a scavare.
14 gennaio 2022
La plastica monouso è ufficialmente vietata in Italia dal 14 gennaio 2022. Speravo vedere la differenza quest'estate. Ma l'uso della plastica nei bar e nei ristoranti continua ad essere invariato. Chiedo in giro e negano o non sanno che tale legge sia in vigore. Un cameriere dice che possono usarlo fino a esaurimento scorte. Ma il mulino della plastica non continuerà a girare finché il settore della ristorazione continuerà a ordinare? E così ci ritroviamo con gli interessi industriali che probabilmente sono coinvolti, ma li ignoriamo perché ci portano troppo lontano.
Altri sostengono che l'uso della plastica abbia iniziato a diminuire poco prima dell'inizio della coronapandemia, ma che la tendenza si sia arrestata dopo l'epidemia. Gli utensili da tavola usa e getta erano ritenuti più igienici e venivano nuovamente consumati massivamente. Le indagini della generazione più anziana rivelano l'epidemia di colera del 1973, che fu gestita in modo molto efficiente, soprattutto perché l'epidemia del 1911 era ancora fresca nella memoria collettiva.
Il colera si diffonde attraverso l'acqua contaminata. I piatti lavati con l'acqua del rubinetto non offrono alcuna garanzia. Le stoviglie di plastica monouso erano una soluzione temporanea. Il colera è stato sconfitto, in parte grazie ai vaccini e al cloro nell'acqua del rubinetto. Ma la plastica è rimasta. Tuttavia, studi recenti dimostrano che anche la plastica è tutt'altro che sicura, soprattutto se finisce in mare, diventando un mezzo di trasporto per i germi che possono attraversare gli oceani.
Tsunami di plastica
Cerco su Internet articoli italiani per vedere quanto velocemente gli italiani riescono a trovare informazioni sullo tsunami di plastica, come mi piace chiamarlo. Digito "tazza (o bicchiere) plastica monouso italia". Speravo di trovare articoli di Greenpeace ecc. ma Google produce un elenco di aziende che producono e distribuiscono plastica monouso.
Questo mi porta a porre una domanda: Sono gli italiani sufficientemente informati sugli effetti della plastica sulla natura e sul mare, a loro tanto caro? Loro, che amano mangiare frutti di mare, sanno che la vita marina sta sull'orlo del collasso dalla plastica degradata e dalle microplastiche? E che il bellissimo Mar Mediterraneo, celebrato per essere "cristallino" in molti punti, è uno dei mari più sporchi e riscaldati della Terra?
Attivismo?
Probabilmente molti lo sanno. Ma chi va alla ricerca di informazioni ambientali, in linea di principio, è già consapevole e preparato a fare altrimenti. Greenpeace e WWF sono attivi anche a Napoli, l'ONG Marevivo è stata fondata da Carmen di Penta, napoletana, e altre ONG tipo Worldrise stanno facendo del loro meglio per invertire la rotta, tra cui le campagne #plasticazero e #TargetPlasticFree. Ci sono anche alcuni caffè (si contano sulle dita di una mano) nel sud Italia che diccono no alla plastica, tra cui Caffetiamo a Napoli. Pero sono una goccia nel oceano. Il sistema è contrario e non raggiunge coloro che sono disponibili.
La raccolta dei rifiuti è tradizionalmente lacunosa, nessun luogo è sicuro per camminare o andare in bicicletta, gli autisti sono ancora al comando e le merci sono ancora avvolte in varie strati di confezioni di plastica che danno idea di higiene.
Un giro al supermercato
Bisogna essere ribelli, avere l'energia e lo spirito combattivo per dire di no più e più volte.
Ma poiché ero in vacanza, avevo energia. In realtà, sono stata una rompiscatole e ho interrogato diversi ignari abitanti del luogo, soprattutto camerieri, venditori di frutta, commessi e benzinai. Ho avuto un cambio di idee con una fruttivendola del supermercato vicino a Lago Fusaro, che ha rifiutato i miei sacchetti di frutta riutilizzabili. È vietato, deve essere in un sacchetto nostro di plastica. Sono riuscito a convincerla e abbiamo convenuto che la colpa è dei politici e che tutti noi dovremmo fare la nostra parte per proteggere il nostro pianeta.
Ecco come viene servito l'espresso
Nei bar, ogni espresso è accompagnato da un bicchiere d'acqua di plastica, anch'esso proveniente da una bottiglia di plastica. Ordino quindi "un espresso e acqua della fontana in un bicciere di vetro per favore". Spesso ricevo in cambio uno sguardo perplesso o annoiato. A volte mi permetto di aggiungere: la plastica fa male alla natura, in modo da far passare il messaggio.
Scorro i siti web dei distributori di plastica. Oggi la plastica viene proposta come riciclabile, il che sembra più ecologico. Ma questo è rilevante solo se viene gettato nel bidone giusto, ben chiuso, svuotato dal servizio di raccolta giusto e riciclato in fabbrica. Sarebbe sciocco credere che funzioni così. Ognuno di questi passaggi ha molte perdite. Altrimenti le spiagge, le strade, le foreste e i siti non sarebbero pieni di rifiuti abbandonati.
Le spiagge, per esemplio a Bacoli (vedere foto), compreso l'istmo tra Capo Miseno, Lago Miseno e Monte di Procida, sono piene di plastica monouso dopo ogni giornata estiva. Non si tratta dal vento che ha portato via i rifiuti dal bidone. Consapevolmente, la gente la lascia lì dopo una giornata in spiaggia. E queste sono le spiagge piu chic di Napoli.
Inerzia
Sono una fan di metafore e immagino che i problemi di Napoli possano essere rappresentati come Cerbero, il cane mostruoso a tre teste della mitologia. Ogni testa spiega in parte l'inerzia generale che caratterizza l'Italia. Guardiamo Cerbero negli occhi nel articolo che segue.
Nel frattempo, non dimenticate di limitare il più possibile il vostro uso di plastica. Il µMED si svolgerà a Napoli. Ma, con il pretesto delle misure di sicurezza covid, solo 80 partecipanti saranno fisicamente ammessi al Centro Congressi Partenope. O si sta facendo tutto dall'alto per ostacolare le soluzioni in plastica? Mi sto già registrando per seguire l'evento online. Salva la data: 25-28 settembre 2022.
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Leggere articoli relazionati (al momento in inglese):
- Campi Flegrei supervolcano: do we have a Yellowstone in Europe?
- Carrara marble: from the seafloot to Michelangelo's workshop.
- Natural or anthropogenic climate change: which one is faster?
- Planetary boundaries: how safe is the earth for humans?
- The Mediterranean evaporated almost completely during the Messinian Crisis.
Scrittrice: Kathelijne Bonne, geologa e scienzata del suolo.