Geologia di Puglia: l'ultimo pezzo di Gran Adria, il continente scomparso

24.10.2023

La Puglia è una stranezza geologica. È uno degli ultimi pezzi del quasi scomparso continente Adria, recentemente chiamato anche Gran-Adria perché era più grande di quanto si pensasse, forse quanto la Groenlandia. La Puglia, il tacco dello stivale italiano, si è fusa solo di recente con lo stivale, attraverso lo stesso processo geologico che ha visto sorgere gli Appennini e i famosissimi vulcani italiani. Le grotte calcaree, le bianche scogliere, l'acqua turchese del mare e persino le case a trullo sono testimoni da tempi lontani di questo mitico angolo del Mediterraneo.

Testo: Kathelijne Bonne. Versione in italiano: Lorenzo Cascone. 

La Puglia si estende dalla montuosa penisola del Gargano all'estrema punta sud-orientale dell'Italia. Stavo da quelle parti in piena estate, mentre una onda di calore rovente premeva sull'Italia meridionale chiamata Cerbero, un nome che ho anche usato per parlare sui problemi ambientali nel Golfo di Napoli. Nonostante il mio cervello surriscaldato, il mio viaggio in Puglia ha portato a un rinnovato interesse per la geologia del paese dei trulli e per il modo in cui si inserisce nel quadro più ampio della storia naturale italiana ed anche quella europea. Questo quadro ha iniziato a essere compreso meglio solo da pochissimi anni, grazie ai geologi dell'Università di Utrecht (UU), che hanno ricostruito l'evoluzione del Mediterraneo in modo molto dettagliato. Adria occupa un posto di rilievo in questa ricostruzione.

L'Italia, e l'intero Mar Mediterraneo, è il fronte attivo della collisione di placche tettoniche. I confini meridionali molto frastagliati dell'Europa, con tutte quelle sporgenze e isole sbriciolate e irregolari, non assomigliano affatto ai continenti più grandi e definiti come l'Africa, l'Australia e le Americhe. L'Europa è più simile al Sud-Est asiatico o ai Caraibi in termini di frammentazione geografica e complessità tettonica.

La regione Puglia (wikipedia).
La regione Puglia (wikipedia).
Adria. La linea tratteggiata circonda l'area in cui Adria esiste ancora, ovvero il Mare Adriatico, la Puglia, parte della Pianura Padana, la Sicilia e Malta.(Eric Gaba / Wikipedia)
Adria. La linea tratteggiata circonda l'area in cui Adria esiste ancora, ovvero il Mare Adriatico, la Puglia, parte della Pianura Padana, la Sicilia e Malta.(Eric Gaba / Wikipedia)

Gran Adria, un continente grande come la Groenlandia

I piccoli continenti che compongono l'Europa si sono da tempo separati uno ad uno dal grande continente primordiale meridionale Gondwana. Si sono spostati a nord (sulle tracce delle placche tettoniche), verso la Baltica, l'antico nucleo dell'Europa (oggi in Scandinavia ed Europa dell' Est). L'Adria si staccò da Gondwana circa 240 milioni di anni fa (il periodo Triassico) e si immerse sotto l'Europa, come vedremo.

I limiti esterni di Adria erano poco conosciuti fino a poco tempo fa, fino a quando, nel 2019, alcuni ricercatori di Utrecht (un gruppo internazionale) hanno "addomesticato" Adria e l'hanno mappata, nell'ambito di uno studio su larga scala per comprendere meglio la complessa geologia del Mediterraneo. Adria si è rivelata più grande di quanto i suoi resti attuali (compresa la Puglia) suggerissero. La Grande Adria, così battezzata dal Prof. Dr. Douwe van Hinsbergen, aveva le dimensioni della Groenlandia. La pubblicazione dei risultati della ricerca originale sulla rivista Gondwana Research ha portato a una valanga di articoli sul "continente scomparso", un titolo che cattura sempre l'immaginazione. Mi è stato dato il permesso di riutilizzare la mappa qui sotto (tratta dal comunicato stampa "Mountain formation and plate tectonics in Mediterranean for the first time integrally investigated"), sulla quale si può vedere il continente Adria che si trova tra l'Europa e l'Africa, durante il Cretaceo (140 milioni di anni fa). Come si può vedere, la Puglia è solo una piccolissima parte di Gran Adria.

Ricostruzione di Gran-Adria, Africa ed Europa, circa 140 milioni di anni fa. (Van Hinsbergen et al., 2019, Utrecht University) Verde scuro: confini terrestri attuali, verde chiaro: placche continentali.
Ricostruzione di Gran-Adria, Africa ed Europa, circa 140 milioni di anni fa. (Van Hinsbergen et al., 2019, Utrecht University) Verde scuro: confini terrestri attuali, verde chiaro: placche continentali.

Sebbene l'Europa meridionale sia generalmente montuosa, la Puglia, il tacco dello stivale, è abbastanza piatta e le rocce sono orizzontali, non sono deformate. Questo la rende unica nel Mediterraneo, dove quasi tutta la terra è in qualche modo sollevata, spezzata o intensamente piegata dalle collisioni tra i continenti. La Puglia però si trova a un passo dalla morsa della tettonica delle placche.

Scogliere calcaree nel Mare della Tetide

Durante il Cretaceo (da 145 a 65 milioni di anni fa), Gran-Adria si trovava in gran parte sotto le acque cristalline del Mar Tetide tropicale, un mondo pieno di vita e poco profondo di barriere coralline e crostacei, un po' come le Bahamas di oggi. I depositi e i fossili della Tetide si trovano oggi in Nord America, nel Sahara, fino all'Himalaya. Anche il famoso marmo di Carrara del nord Italia ha origini tetidee.

Il livello del mare nel Cretaceo era molto alto a causa del clima generalmente piu caldo, per cui le piattaforme continentali erano inondate e l'Europa era un arcipelago tropicale di isole, come si può leggere nel libro di Tim Flannery "Europa, i primi 100 milioni di anni", che tratta in dettaglio, tra le altre, l'isola di Hateg, ricca di fossili. La Tetide si estendeva così a sud che si formò un estuario attraverso il Nord Africa, collegando la Tetide all'Oceano Atlantico meridionale in Nigeria; un mare che pullulava prima di rettili marini giganti e poi di balene primordiali.

Man mano che l'Africa si spostava verso l'Europa, la Tetide diventava sempre più piccola e il Mar Mediterraneo era l'ultimo residuo di quell'oceano un tempo immenso. Gran Adria, stretta tra due grandi continenti, si è sprofondata sotto l'Europa in un processo chiamato subduzione.

Il tacco dello stivale

Nella subduzione, due placche si "scontrano" e una di esse, la più pesante, sprofonda nel mantello terrestre. Nel processo, la crosta terrestre viene piegata e sollevata e si crea una catena montuosa piena di faglie e vulcani.

In Italia, vediamo nell'immagine qui sotto: Adria (arancione) si sprofonda verso ovest attraverso la zona di subduzione (linea blu) sotto gli Appennini (giallo). I punti rossi sono i vulcani. Questa successione di province geologiche è facile da vedere se si percorre l'autostrada da Bari a Napoli: il paesaggio collinare calcareo della Puglia (Adria) lascia il posto a una zona più bassa (la zona di subduzione: la fossa Bradanica, vedi sotto) con campi di cereali e mulini a vento, poi segue l'alta montagna (l'Irpinia negli Appennini), e infine si scende a Napoli dove si trovano i vulcani Vesuvio e Campi Flegrei.

Adria si immerge verso ovest sotto gli Appennini (la linea blu è la zona di subduzione).
Adria si immerge verso ovest sotto gli Appennini (la linea blu è la zona di subduzione).

Man mano che Adria si sommergeva, le scogliere calcaree di Adria si spostavano sempre più a ovest verso gli Appennini. Queste forze sollevarono le scogliere calcaree sopra il mare: si formò un arcipelago di isolotti (diventeranno l'attuale Puglia). Le isole erano separate dalla terraferma appenninica da un profondo solco marino, la fossa bradanica, il luogo in cui Gran-Adria si sprofonda negli abissi. La fossa bradanica si riempì gradualmente di sedimenti, diventando sempre meno profonda. Cinquecentomila anni fa, durante il Pleistocene, l'avvallamento si insabbiò completamente, salì al di sopra del livello del mare e divenne parte della terraferma. Il tacco dell'Italia era stato messo nello stivale.

La subduzione è ancora in atto e si manifesta con un vulcanismo attivo e terremoti.

Terremoti e milionari

Il rischio terremoti è massimo sugli Appennini. A differenza della Turchia meridionale, dove i terremoti catastrofici sono causati da faglie "trasformi", in Italia la lacerazione della crosta terrestre avviene lungo faglie presumibilmente "normali". Ma l'esatto meccanismo del terremoto interesserà poco alle vittime. Decine di migliaia di persone hanno già perso la vita nei famigerati terremoti di Messina (1908), dell'Irpinia (1930, 1980), de L'Aquila (2009) e molti altri.

Un numero ancora maggiore di persone è rimasto ferito o senza casa, sentendosi abbandonato. I fondi per la ricostruzione sono troppo spesso prosciugati dalla mafia. La lista dei milionari si allunga dopo ogni disastro. In occasione dell'ultimo grande terremoto dell'Aquila, alcuni scienziati sono stati condannati per aver sottovalutato il rischio sismico, ma poi le stesse condanne sono state messe sotto accusa. E così si è riacceso il dibattito sulla (non) prevedibilità dei disastri naturali.

Ma per quanto sia difficile stimare come, dove e quando essattamente madre natura colpirà, è possibile calcolare i danni potenziali. Nulla impedisce alle autorità di impegnarsi nella mitigazione e nei preparativi nelle aree a rischio sismico... ma questo costa.

Trulli su terra rossa

All'ombra della terra d'ulivo sulla terra rossa.
All'ombra della terra d'ulivo sulla terra rossa.

In Puglia il rischio sismico non è molto elevato, ci ha assicurato la guida nelle famose grotte di Castellana, dove stalattiti affilate come rasoi penzolano sopra le nostre teste. La zona a rischio è un po' troppo lontana per causare devastazioni maggiori qui. I processi geologici del calcare pugliese sono piuttosto lenti: la bella terra rossa (o chiamate anche chromic Luvisoli di cui parleremo in un prossimo articolo) si sviluppa sul calcare; e le infiltrazioni di acqua piovana, che sciolgono il calcare, creano grotte piene di acque sotterranee ricche di minerali.

In superficie, il calcare viene utilizzato come pietra da costruzione, rendendo le città splendidamente bianche. Il calcare bianco ha altri effetti gradevoli: spiagge e scogliere bianche e acqua del mare limpida e blu turchese. Poiché l'acqua piovana infiltra nel calcare, i fiumi che infangano il mare sono pochi.

La pietra calcarea a strati fini, che si trova solo in una parte della Puglia, è stata usata per fare le tegole dei trulli, che venivano impilate a secco l'una sull'altra per creare tetti conici. I trulli sono sparsi nella Puglia rurale e furono costruiti dai contadini come magazzini temporanei. Con il tempo sono diventati casolari o case per vivire e oggi molti trulli sono stati riconvertiti in case vacanze, ristoranti e negozi.

I più antichi trulli esistenti risalgono al XVII secolo, ma si pensa che la forma costruttiva originale risalga all'antichità e forse anche alla preistoria. Greci, fenici, messapi e romani hanno lasciato le loro tracce. La maggiore concentrazione di trulli è ancora determinata dalla geologia: soprattutto in Valle d'Itria, dove gli strati di calcare hanno lo spessore perfetto per essere tagliati in tegole regolari. Per il massimo del godimento con i trulli, recatevi nella città di Alberobello, patrimonio mondiale dell'UNESCO, dove vi troverete in un mare di trulli.

Ancora oggi, la storia dei trulli è oggetto di accese discussioni e questo patrimonio culturale è unico ed affascinante come la geologia di Puglia.

Trulli in pietra calcarea su terra rossa.
Trulli in pietra calcarea su terra rossa.

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La storia della Puglia è simile a quella del marmo di Carrara, da cui Michelangelo scelse i pezzi più nobili per creare il suo Davide. Potete leggere di più sui vulcani italiani in "Vulcani d'Europa", o in un precedente articolo sullo sconosciuto ma pericoloso vulcano dei Campi Flegrei, vicino a Napoli. Il Vesuvio è brevemente trattato in "Vulcani, plastica e mafia", e in Eruzione di plastica nel Golfo di Napoli. L'articolo "Oceano Tetide: l'oceano scomparso del mondo è ora nelle montagne" è ancora molto letto e costituisce un buon complemento a questo articolo sulla Puglia. Alcune conoscenze di base sulla tettonica a placche e sulla sua scoperta (dopo oltre 100 anni di opposizione) aiuteranno anche a comprendere meglio la storia naturale dell'Italia.

Kathelijne: Come amante della natura e scienziata della terra, mi incuriosisce il modo in cui la vita, l'aria, le rocce, il suolo, l'oceano e le società interagiscono su scale temporali geologiche e umane.

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